Se essere felici significa sentirsi pieni di vita dopo aver consumato un'esperienza, beh, posso dire di trovare la felicità spesso, lungo la strada. Una sensazione tutt'altro che ovvia.
In queste giornate mi trovo spesso a rifletterci: cosa mi rende davvero sereno e in pace col mondo?
Poche cose banalissime in realtà. Talmente banali che manco le scorgiamo, nonostante ci stiano intorno... impegnati come siamo da altre ansie e preoccupazioni. Amicizie, paesaggi armoniosi, scoperte ecc. Non serve atteggiarsi da poeti o romantici per capirlo, eppure è un passaggio che ai più sfugge.
Poche cose banalissime in realtà. Talmente banali che manco le scorgiamo, nonostante ci stiano intorno... impegnati come siamo da altre ansie e preoccupazioni. Amicizie, paesaggi armoniosi, scoperte ecc. Non serve atteggiarsi da poeti o romantici per capirlo, eppure è un passaggio che ai più sfugge.
La vita spartana di un pellegrinaggio davvero ti riporta coi piedi per terra - in tutti i sensi - a contatto con una dimensione più primordiale, ma anche più vera. Mangiare, camminare, fare conoscenze, scoprire nuovi mondi sono solo alcuni dei pregi che un'esperienza del genere riassume.
E dopo il pippone introduttivo, che mi servirà più che altro come memo per i momenti di difficoltà futuri, riporto ora brevemente il racconto di viaggio.
Come anticipato in un post precedente, infatti, i piani sono cambiati proprio alla vigilia: il percorso prescelto è stato da Sarsina a Bagno di Romagna. Abbandonata la macchina in prossimità del centro della città Plautina, il nostro percorso ha calcato le orme di San Vicinio, il santo patrono di Sarsina, a cui è stata intitolata la Basilica, in stile romanico e risalente al X-XI sec.
Abbiamo quindi seguito il seguente percorso:
Dopo circa 25 km (8 ore totali, comprensive di soste) abbiamo raggiunto l'incantevole Agriturismo "Le corbaie": un posto che preserva ancora la naturalezza della vita rurale e la cordialità ormai persa nelle nostre città. Qui abbiamo fatto conoscenza con Italo, il memorabile gestore della struttura, e delle sue innumerevoli bestiole, capaci forse di lenire la solitudine che inevitabilmente ti può cogliere a 50 anni, in certi posti e senza una donna accanto.
Dopo l'abbuffata serale a base di prelibatezze (dopo 25 km anche un copertone stimola appetito!) provenienti - in parte - da una cucina delle vicinanze (ancora ignoriamo i dettagli dell'operazione... il buon Italo...), in parte dai terreni del Nostro. Tortelli di patate e spinaci con doppio ragù, involtini di carne, cosce di pollo, patate al forno, salsicce, verdure grigliate ed in gratin, pasticcini, mele, castagne e vino rosso!!!
Il giorno seguente, con la sveglia dei galli e dei cani - impegnati in lunghe e distanti conversazioni col vicinato - abbiamo affrontato la seconda parte del percorso cercando di interpretare le indicazioni di Italo, che ha voluto farci tagliare il Passo del Carnaio, propendendo per una linea diretta verso S. Piero in Bagno. Con tutto che abbiamo perso la strada da lui indicata, al fine di evitare l'asfalto ci siamo inoltrati nel mezzo di una pineta, terminando in un vicolo cieco. Abbiamo quindi ridisceso la collinetta passando per un cantiere edile abbandonato e ripreso la via del centro paesano. La strada verso la Madonna di Corzano ha segnato la parte successiva e molto suggestiva del percorso. Abbandonato il bellissimo bosco alle porte di Bagno, siamo quindi entrati in città e festeggiato a dovere con un'altra mangiata. E' stata anche l'occasione per conoscere il "girovago" Pierluigi Ricci che, è mia speranza, potrà farci da guida locale nelle prossime tappe attraverso il meraviglioso Parco delle Foreste Casentinesi.
CARATTERISTICHE DEL PERCORSO
Panoramicità: 40%
Ombreggiamento: 45%
Difficoltà: tappa molto impegnativa
Lunghezza: 37,584 km
Dislivello in discesa: 995,6 mt
Dislivello in salita: 1334,9 mt
Rifornimento di acqua: Poggio del Bue; Giampereto di Sopra*
* a questo proposito occorre segnalare l'importanza di avere con sé, in questa tappa, un abbondante rifornimento di acqua (almeno 2 lt per persona) e cibo: lungo il percorso fino a Corbaie non si incontra praticamente nessun segno di civiltà.
Nessun commento:
Posta un commento