"Ho già sentito - annuncia il ministro Dario Franceschini nella presentazione al complesso di Campo di Bove - i presidenti delle 4 regioni attraversate dall'Appia e il 14 ottobre ci incontreremo sulla base della norma dell'art bonus, che ci consente di dare un'unità di gestione ai progetti che attraversano più regioni. E se riusciremo su questo porteremo anche risorse dell'Unione europea. Crediamo nel tema dei percorsi e dei cammini sia per il turismo sostenibile e lento sia per la rivalutazione dei luoghi meno conosciuti dove i turisti non arrivano".
A presentare l'iniziativa anche Rita Paris, responsabile dell'Appia per la Soprintendenza che ha ricordato come la Regina Viarum è "faticosa ma straordinaria", il soprintendente ai Beni archeologici di Roma, Francesco Prosperetti, il direttore di La Repubblica, Ezio Mauro che ha ricordato orgogliosamente i 15 anni di viaggi assolutamente speciali di Rumiz, e Giulio, il figlio di Antonio Cederna che tanto ha fatto anche per la tutela dell'Appia Antica.
"E' stato - racconta Rumiz - il ritrovamento di un bene mondiale scandalosamente abbandonato. Questa strada è sufficiente camminarla perché ricominci a vivere e perché si ristabilisca il corretto rapporto tra gli italiani e il territorio da cui hanno divorziato. Prima ancora che la tutela e la valorizzazione, noi chiediamo l'accessibilità e quindi l'uso dell'Appia Antica. Nel nostro incredibile, faticoso e strepitosissimo viaggio di ritorno abbiamo incontrato più di 5 mila persone e abbiamo trovato la comune volontà di farne un grande asse di riqualificazione in un spazio in cui l'orrido e il meraviglioso sono strettamente connessi. Ce lo dicono anche i migranti che stanno attraversando l'Europa in questi momenti, il futuro è di chi cammina il territorio, non di chi pretende di governarlo con i droni, i selfie e i telefonini. Abbiamo urgente bisogno di tornare alla fisicità del territorio".
E avverte il ministro Franceschini: "Potrà essere una battaglia dura. Come ci hanno avvertito i generosi contadini della Terra dei Fuochi su percorso troveremo i buoni ma anche i "malamente". E proprio di chi nel passato è stato senza scrupoli è stata vittima questa strada scomparsa solo negli anni '60 vittima del grande sacco e della cementificazione selvaggia. Rifacendola a piedi si scopre che l'antico tracciato era il più razionale, il più grandioso, il più paesaggistico. La via era lunga solo 530 km contro gli oltre 600 che si è costretti ad affrontare oggi".
Rumiz sottolinea anche come l'Appia, a differenza di altri cammini famosi come quello di Santiago, sia "leggibile" in entrambi i sensi: verso Oriente come il percorso laico che facevano i Romani e verso Occidente come la religiosa verso Roma di San Pietro e San Paolo. "Inoltre - spiega Rumiz - è anche un incredibile sintesi della storia italiana, si trovano le tracce di tutti: dai Greci, i Romani e i Sanniti fino all'esilio di Sandro Pertini e la linea Gustav passando per i califfati islamici e gli Svevi".
di Cinzia Conti
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